Piero Montana

Bagheria, 19 maggio 2018 - Presentazione catalogo modyta "LE MERAVIGLIE DELLA NATURA"


«Di Sergio Mammina non dirò mai abbastanza dell’importanza che l’artista ha per me soprattutto dal punto di vista grafico. Nella grafica Mammina infatti eccelle insuperato tra quanti oggi si cimentano in questo campo. Ma anche se non fosse così, a distinguerlo da tanti altri grafici è l’ironia, il distacco dal reale e soprattutto la sua fantasia, la sua immaginazione che tuttavia non porta l’artista all'evasione, ma al contrario ad impegnarlo, sia pure a suo modo, nel modo che all'arte è consentito, più che in una sorta di battaglia ecologica, in un’osservazione attenta ma distaccata della natura sempre più violentata dalla tecnologia moderna con la quale tuttavia è costretta a convivere. Di questo connubio abbiamo già parlato nella prima parte del nostro testo pubblicato in catalogo. Connubio questo che ha anticipato alcuni aspetti dell’Art Post Human, che li ha sviluppati, facendoli propri in riferimento ad un uomo sempre più ibrido, artificiale, che finirà per avere di certo un’anima di metallo.
Basterebbe questo per fare di Sergio Mammina un grande, un anticipatore visionario dei tempi.
Visioni queste che nascono dall’angolo appartato, a cui da tanti anni guarda in modo pacifico ma con spirito critico alle degenerazioni del mondo moderno, dal quale prende le distanze, disegnandolo e colorandolo però con molta ironia e fantasia.
Ma dire questo di Sergio non basta, perché egli ha affrontato anche il tema riguardante il suo modo originale di fare grafica.
Come Brecht a teatro, Mammina quasi sempre prende degli accorgimenti per far riflettere gli osservatori della sua opera, facendo loro notare che la sua arte non è imitazione della natura ma favola inventata dal suo ingegno grafico. Per questo nei suoi quadri sono visibili quei pennini, utilizzati dall’artista per dar luogo al suo universo magico. Questi pennini che si trasformano in insetti, detti grafotteri stanno alla base della poetica di Mammina, una poetica in cui l’artificiale ed il biologico si fondono per dar vita ironicamente ad un altro mondo, non più quello che ci è stato dato dal Creatore, da Dio, ma un mondo nuovo, il cui artefice, demiurgo è l’uomo stesso, che come Yahweh si ritrae dalla sua creazione, restando assente nella sua opera.
Attenzione! Questi grafotteri sono chiamati dall’ artista lettererotteri ossia grafotteri letterati, che amano la frequentazione dei libri e certamente anche della letteratura.
Si deve a loro lo sviluppo fiabesco nelle opere di Mammina. Di certo noi immaginiamo che essi tessono una trama letteraria, un libro di immagini fatto da finzioni, da inganni, da cui l’artista trae il suo divertimento, il suo piacere.
E’ il piacere del raccontare per immagini che ci suggerisce anche il senso ludico di queste opere di Mammina.
Roland Barthes ne sarebbe stato deliziato come pure Jorge Luis Borges, che sicuramente avrebbe incluso le carte di Mammina assieme alle pagine di un suo manuale di zoologia fantastica.».