Piero Montana / continuazione


Ma questa, di cui abbiamo brevemente parlato, non è che un’interpretazione dell’opera di Mammina, che certamente non ne esclude altre. Nei dipinti dell’artista monrealese c’è giuoco, divertimento, ironia ma soprattutto c’è tanta fantasia.

Gli insetti che Mammina propone alla nostra attenzione, come in una mimesi camaleontica sono imitazioni fantastiche o, per essere più precisi, invenzioni nate dalla sua fantasia grafica, sono per l’appunto “grafotteri” e sortiscono da quel sottosuolo che è l’inconscio umano. Formati da pennini stilizzati, questi “grafotteri” sono “finzioni” e sono sicuro che il grande Borges li avrebbe accolti in qualche suo libro di entomologia fantastica. Questa loro appartenenza anche al mondo fantastico di Borges fa sì che essi appartengono pure alla letteratura. L’artista ad esempio, in ‘un’opera, in questa nostra mostra non pervenuta, perché attualmente in trasferta a TORINO per la riproposta di “LIBER FARE”(1), li chiama coleotteri letterati ossia lettererotteri. Nel contesto dei libri oggetto di Mammina da noi in esposizione, troviamo anche il “graphotterus aureus” che ha la sua tana nei libri. Questi è il solo “graphotterus” alchemico che abbiamo scoperto tra le opere in mostra. L’esemplare sembra pertanto unico, raro, segno che non tutti i grafotteri possono pervenire ad una loro trasformazione aurea, grazie alla frequentazione, attraverso i libri, con il mondo spirituale di una riflessione interiore ed in particolare iniziatica ed operativa. La scrittura per Mammina non è rivelazione ma frutto della fantasia grafica dell’arte, essendo essa costituita da segni che la contraddistinguono, l’opera grafica di Mammina non è che l’estensione, immaginaria, visionaria di un mondo prettamente scritturale, letterario, fiabesco, il solo mondo della fantasia e della creazione poetica all’artista congeniale. Opere come “Prova di forza”, “Triglia e corredino”, “Il luogo dell’incontro” “L’attrattore di ramarri”, “La civetta sul comò” ect non sono opere illustrative di racconti e fiabe per bambini, sono il racconto fiabesco in sé che si dipana a partire dal grafema, cosi ché Il mondo che ne risulta non è un mondo della copia, della mimesi ma della invenzione della natura, che, direbbe Oscar Wilde imita l’arte sempre trascendente a quanto definiamo reale, naturale. L’arte per Mammina è un dono che non tutti possiedono e le qualità non comuni in esso racchiuse possono dischiudere un mondo meraviglioso. “Le meraviglie della natura” di Sergio Mammina vanno intese in questo senso rivelatorio e prettamente alchemico, perché esse dischiudono mentalmente ai nostri occhi livelli multipli dell’essere dalla solidificazione dell’esistente alla sua rivelazione metafisica, dalla reificazione, mercificazione e contraffazione odierna della natura operata dalla tecnologia moderna a un brillio, ad una “luccicanza” nella mente, che ingenera nell’anima di chi in essa si lascia assorbire la poesia, l’immaginazione, l’ironia, il “ludus”, quello stupore insomma, che pur nei tempi odierni sempre più ottenebrati da un gretto materialismo, ha il potere di destarci dal sonno della ragione.

Bagheria, Maggio 2018