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Rosanna
Balistreri
Bagheria (Pa), 2018 - Presentazione mostra "Le meraviglie
della natura" - Centro d'Arte e Cultura Piero Montana
NATURA E TECNOLOGIA NELL'OPERA DI SERGIO MAMMINA
Sergio Mammina attraverso il suo preciso pennello, quasi
fosse il bulino di un incisore, racconta il dramma inconsapevole
dell’uomo contemporaneo: affronta l’intreccio
della vita che costantemente viene raffigurato in tutti
i suoi dipinti. I toni di questo intreccio-vita sono freddi,
lunari, metallici, talvolta sgargianti e sono intrecci di
cavi elettrici che terminano quasi sempre con una presa
o si inseriscono in tubature suggerendo una vita non-vita.
Talvolta il reticolato mostra regolarità nella trama
e nell’ordito, altre volte segue un percorso dettato
dalla casualità delle circostanze.
In
questo contesto spiccano le figure viventi che sfoggiano
una varietà cromatica che va dal giallo al rosso
carminio, dal verde all’azzurro. Queste creature:
insetti, fiori, uccelli, rappresentano l’uomo che
si adegua al vivere meccanizzato che lo circonda, ne diventa
parte integrante trasformandolo in normalità, in
habitat congeniale al suo vivere. Allora i fiori crescono
sulla rete di cavi elettrici, la farfalla è attratta
dal fiore che fuoriesce da una tubatura, la lucertola si
scalda sotto la luce artificiale di un altro marchingegno
e il gufo, amico della luna, è in compagnia di una
lampada che lo inganna e ancora gli insetti gialli, delle
formiche, chiamate grafotteri, perdendo ogni tratto di naturalezza
divenendo insetti artificiali, dei pennini, che si sono
forse naturalizzati.
L’uomo,
mai ritratto nei quadri dell’artista, è un
po’ in tutte queste creature e si è adattato
a questo vivere solitario, senza relazione alcuna, ma occupato
e preoccupato di condurre un’esistenza che non è
più la sua, ma alla quale ha dovuto adattarsi trasformandosi
per non sopperire ad essa.
È
la rivoluzione tecnologica, il progresso che ha denaturato
il vivere quotidiano, e segno per eccellenza di questo danno
che l’uomo ha perpetrato ai danni della natura, sono
proprio i grafotteri , formiche metalliche, nate dall’assemblamento
di congegni e viti. Anche nei quadri dove le creature sono
più di uno, sembra che tra di essi con ci sia relazione,
ma che ognuno segua una propria direzione. L’unica
opera dove c’è una parvenza di scambio comunicativo,
intitolata “luogo d’incontro” in realtà
i due uccelli non si guardano,ma i loro occhi seguono traiettorie
diverse.
L’uomo-creatura è in attesa: come il fiore,
aspetta che nel suo calice sia custodito il messaggio della
vita e come la civetta, cerca di guardare oltre la notte
per scorgere il mistero che lo circonda.
L’opera
di Sergio Mammina ci presenta il vivere dell’uomo
moderno, attraverso i personaggi meravigliosi del mondo
naturale, protagonista, ma nello stesso tempo relegato ad
una vita in cui le relazioni sono inesistenti e lo fa in
modo puntuale e preciso richiamando costantemente l’artificialità
del mondo tecnologico che egli stesso ha creato. Le creature,
unico elemento vivo dei dipinti, mostrano tutta la solitudine
di una vita che non ci appartiene più.
L’uomo
come la lucertola aspetta che il sole, quello vero, torni
a guarire la cecità dei suoi occhi.
Bagheria,
Maggio 2018
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