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Giuseppe Servello
da «Il
Giornale di Sicilia», Palermo, 23 gennaio 79
La struttura mentale di Sergio Mammina è quella razionale
e disciplinata di chi ha della pittura un'idea geometrica.
Il fitto reticolato nel quale inquadra i suoi temi, la logica
coerenza che si riflette di quadro in quadro, sono i due
poli qualitativi dentro i quali oscilla un colore fatto
di astrazioni. Il mondo che il pittore rappresenta è
quello del consumismo e della meccanizzazione.
Fra questi ambivalenti mostri della realtà contemporanea
non c'è spazio per l'uomo, il grande assente e insieme
il provocatore. Resistono invece gli animali, simboli di
quanto è ancora più vicino alla natura, ma
essi sono inglobati e quasi inghiottiti dalla degradazione
totale.
I pesci nuotano fra i segni simbolici del progresso consumistico,
gli uccelli non hanno più rami sui quali posarsi,
gli insetti sono anch'essi prigionieri di lucidi metalli.
Un'atmosfera agghiacciante e fredda coinvolge le tele di
questa accusatrice geometria e insieme fa sentire il respiro
di una vitalità non ancora sepolta, che potrebbe
essere riportata alla felicità dell'Arcadia.
Giuseppe
Servello
da «Il
Giornale di Sicilia», Palermo, 12 maggio 1982
Illustrando
con sei serigrafie a colori il volume di Gaston Viller,
Visioni di Monreale, Sergio Mammina ha essenzialmente interpretato
il momento di degradazione dei monumenti d'arte. Si scorgono
agganci meccanici, mentre le superfici di pietra danno ancora
gli ultimi palpiti. Sono momenti di affine esistenza a quelli
di animali disegnati o dipinti in altre opere (Linee d'Arte
Giada).
L'insetto
che Mammina cattura ha corazze d'antico guerriero quasi
un simbolo di difesa dagli attacchi dell'uomo. Da una tecnica
elaborata con sofisticata pazienza, il pittore-grafico ha
estratto immagini di un racconto continuo nella dimensione
del particolare minuto. Antenne e zampette si muovono sopra
tessuti intrecciati fino al limite del simbolo e la narrazione
insiste su questa coscienza ecologica.
Interprete di labirinti che fondono l'animale con l'oggetto
e ne esaltano il carattere della specie. Sergio Mammina
in fondo è un visionario che si esprime per favole.
La cruda realtà sta al fondo della sostanza rappresentata
e porta il segno di una speranza, la grazia di un miracolo
che tutti invochiamo e che diventa sempre più esile,
ogni giorno.
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